Approccio nutrizionale del paziente obeso

Approccio nutrizionale del paziente obeso

L’approccio nutrizionale del paziente obeso deve essere personalizzato e basato sulle esigenze individuali del paziente dopo un’attenta valutazione medica, nutrizionale e psicologica. 

L’Obesity Center del Rome American Hospital gruppo Nefrocenter si occupa di percorsi personalizzati. Mirano alla cura e al trattamento di persone con obesità e sovrappeso. 

Approccio nutrizionale del paziente obeso: le cause dell’obesità

Un contributo sostanziale all’Epidemia di Obesità e Sovrappeso sia nei Paesi occidentali che in via di sviluppo è stato dato dall’incremento nei consumi, sia in età evolutiva che adulta, di alimenti ad alta densità energetica. Ma, di basso valore nutrizionale (alimenti con grasso visibile, soft drinks con dolcificanti calorici, prodotti da forno/snacks, dolciumi). A ciò, ovviamente, va aggiunta la forte contrazione dell’esercizio fisico regolare sia durante il lavoro che nel tempo libero. E gli spostamenti dalla propria residenza.

La terapia non farmacologica dell’Obesità e Sovrappeso va pertanto indirizzata alla correzione di abitudini alimentari errate. Oltre che alla ripresa di un’attività fisica compatibile con le condizioni cliniche del paziente. In altre parole, spesso occorre instaurare un vero e proprio programma di riabilitazione fisica e nutrizionale.  Tale intervento integrato, non è solo correttivo ma potenzia l’efficacia delle singole componenti. Ciò essendo ben nota la interazione tra tipo di alimentazione e tipo di esercizio muscolare praticato. Ed ottimizza l’impiego di farmaci necessari per le eventuali condizioni patologiche associate. 

Trattamenti non farmacologici dell’obesità 

La valutazione dello stato nutrizionale rappresenta un pilastro nella gestione dei pazienti con obesità. In tutte le fasi degli interventi nutrizionali. Consiste nella valutazione dell’apporto alimentare e nella valutazione della composizione corporea, che forniscono entrambe informazioni importanti per sviluppare interventi  personalizzati. La valutazione dell’apporto alimentare è effettuata dal nutrizionista mediante diversi strumenti. Tra questi 24 h recall, diario alimentare, anamnesi alimentare, ecc. Consente di fornire indicazioni sulle abitudini alimentari e stimare la composizione alimentare abituale. Ovvero energia, micro e macronutrienti e altri componenti della dieta).

L’intervento di cura non farmacologico dell’obesità, in assenza di altre specifiche indicazioni terapeutiche, deve mirare alla riduzione di circa il 10 per cento del peso iniziale. Soprattutto nel caso di obesità di I o II grado. In un tempo ragionevole, da 4 a 6 mesi. Solo in caso di Obesità di III grado la necessità della riduzione di peso iniziale risulta essere superiore a questa quota convenzionale del 10 per cento. Obiettivo che, tuttavia, resta difficile da conservare nel lungo termine. In sostanza, è stato possibile osservare che la stabile perdita del 10 per cento del peso corporeo iniziale, ottenuta con perdita prevalente di tessuto adiposo, è adeguata a migliorare le ulteriori patologie associate all’obesità.

Il paziente è protagonista del suo percorso di cura. Attraverso l’aiuto dei professionisti della salute può modificare gradualmente le abitudini alimentari disfunzionali che hanno condotto all’obesità. 

Si rende necessario associare l’intervento psicoterapico in presenza di disturbi del comportamento alimentare associati all’obesità ed in tutti i casi in cui il paziente abbia difficoltà ad aderire al trattamento di cura adeguato per la sua condizione.

Alcuni principi generali nell’approccio nutrizionale del paziente obeso

Gli obiettivi primari delle strategie comportamentali per la riduzione  del peso sono:  la riduzione dell’apporto calorico attraverso una modifica delle   abitudini alimentare e il graduale  aumento dell’attività fisica in considerazione del quadro medico specifico di ciascun paziente. 

Oltre alla riduzione dell’apporto calorico è fondamentale porre attenzione all’aspetto qualitativo della dieta, in particolare: 

  • Aumento dell’apporto di nutrienti essenziali: è importante assicurarsi che la dieta sia ricca di nutrienti essenziali, anche se si sta seguendo una dieta a basso contenuto calorico. 
  • Scegliere alimenti sani e nutrienti: i pazienti obesi dovrebbero concentrarsi sul consumo di alimenti sani e nutrienti, come frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e grassi sani.
  • Evitare i cibi trasformati e ricchi di grassi, zuccheri e sale: i cibi trasformati sono spesso ricchi di calorie, grassi, zuccheri e sale. È importante evitarli o limitarne il consumo.
  • Carboidrati: dovrebbero provenire principalmente da cereali integrali,  frutta ed i vegetali, alimenti ricchi in fibra o contenenti amidi a lento assorbimento, mentre deve essere contenuta la quota di energia derivante da zuccheri semplici. 
  • Una dieta a basso contenuto di carboidrati, alto contenuto di grassi insaturi e a basso contenuto di grassi saturi consente un miglioramento del compenso glicemico e del profilo lipidico nei pazienti obesi diabetici, insieme con una riduzione del fabbisogno di farmaci ipoglicemizzanti orali. 
  • Il livello di zuccheri semplici nella dieta non dovrebbe superare il 10-12% dell’energia giornaliera, favorendo il consumo di frutta e verdure e limitando il consumo di saccarosio.  
  • Bere molta acqua: l’acqua è essenziale per la salute generale e può aiutare a promuovere la perdita di peso. 

Il piano alimentare dovrebbe essere personalizzato in base alle esigenze individuali del paziente. È importante consultare un dietista o un altro professionista della salute per sviluppare un piano alimentare sicuro ed efficace.

L’efficienza delle diete chetogeniche

Oltre alle diete ipocaloriche (LCD) numerosi studi scientifici supportano l’efficacia di diete chetogeniche VLCKD in individui con obesità (indice di massa corporea, BMI ≥ 30,0 kg/m 2) o in sovrappeso (BMI 25,0-29,9 kg/m2) con obesità addominale (circonferenza vita > 102 cm negli uomini e > 88 cm nelle donne). Inoltre, la VLCKD può essere raccomandata quando l’eccesso di peso corporeo è associato a complicanze come Diabete di tipo II. Oltre che a disturbi dell’apparato locomotore, steatosi epatica non alcolica (NAFLD), malattie cardiovascolari, apnee notturne, patologie ginecologiche come la  PCOS o l’ ipogonadismo. Inoltre questo protocollo medico nutrizionale è fortemente raccomandato per ottenere la perdita di peso prima della chirurgia bariatrica o in caso di recupero di peso dopo l’intervento.  

Questi protocolli per l’approccio nutrizionale del paziente obeso prevedono una fase iniziale caratterizzata da una dieta molto ipocalorica (650-800 kcal/giorno). Povera di carboidrati (< 30 g al giorno da verdure) e grassi (solo 20 g al giorno, derivati dall’olio d’oliva), con un adeguato apporto proteico. Tutto stabilito dal medico e dal nutrizionista per preservare massa magra, integrazione di vitamine e minerali. Successivamente vengono integrati i vari nutrienti. In particolare, i carboidrati vengono gradualmente reintrodotti, partendo dagli alimenti a più basso indice glicemico. Generalmente, la quantità di carboidrati al giorno nelle diete a basso contenuto di carboidrati è di circa 60-130 g (≤ 20-45% dell’apporto energetico giornaliero). 

Obesità legata a una minore aspettativa di vita

La raccomandazione di ridurre il peso corporeo quando elevato è quindi cogente ed è in ultima analisi fondata sull’evidenza della relazione che lega l’Obesità a una minore aspettativa di vita. Tuttavia, il trattamento a lungo termine è assai problematico e richiede un approccio integrato, che utilizzi gli strumenti a disposizione in modo complementare. Avvalendosi di competenze professionali diverse, le quali condividano il medesimo obiettivo terapeutico. Gli Standard Italiani per la Cura dell’Obesità hanno come prima finalità di servire da punto di riferimento pratico alle molte figure professionali che ruotano intorno alle persone con Obesità; ma anche ai ricercatori, agli studenti e agli stessi pazienti che intendano, nell’ambito di un percorso di educazione terapeutica, approfondire aspetti legati alla propria condizione. 

Le statistiche

Dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolineano che l’86% delle morti e il 75% della spesa sanitaria in Europa e in Italia sono determinate da patologie croniche. Queste hanno come minimo comune denominatore 4 principali fattori di rischio. Si tratta di fumo, abuso di alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica. Queste ultime due condizioni sono alla base dell’allarmante e continuo aumento della prevalenza di sovrappeso e di obesità nelle popolazioni occidentali e in quelle in via di sviluppo. Aumento che ha raggiunto le proporzioni di un’inarrestabile epidemia. In Europa il sovrappeso e l’Obesità sono responsabili di circa l’80% dei casi di diabete tipo 2. Del 55% dei casi di ipertensione arteriosa e del 35% di casi di cardiopatia ischemica. Tutto ciò si traduce in 1 milione di morti l’anno e 12 milioni di malati all’anno. Per questo è fondamentale l’approccio nutrizionale del paziente obeso.